lunedì 12 dicembre 2011

Cosa vogliamo veramente?

Intanto una rassicurazione: la realizzazione del corto procede. Un po' a rilento, ma procede.

Con questo post vorrei rompere la pausa un po' prolungata e riflettere sul seguente tema: cosa ci aspettiamo da un corto amatoriale (non scrivo no-budget perché in realtà si spende comunque qualcosa in denaro)?

Mi è capitato di leggere commenti ai corti in cui si elogia (o non si elogia) la fattura tecnica, dove in questo caso si intende prevalentemente il sonoro, commentando il tutto con la fatidica frase: "non sembra neanche amatoriale". Può anche sembrare un complimento, ma c'è il rovescio della medaglia: che alla fine si analizzino cose secondarie (tipo, per esempio, la qualità del sonoro e della presa diretta - o del doppiaggio) a scapito delle uniche cose che veramente bisognerebbe valutare in un corto.

Che un lavoro amatoriale non abbia un sonoro di qualità simile alle grandi produzioni o comunque alle produzioni professioniste dovrebbe essere una cosa talmente ovvia da non dovere essere sottolineata quando si valuta un corto (magari con frasi del tipo: "bello, peccato per il sonoro, si sente che è un lavoro amatoriale"... Ma va, cosa ti aspettavi, genio?), mentre invece bisognerebbe valutare a grandi linee due cose: il corto racconta una storia interessante in modo interessante? Una buona storia e una buona resa visiva (ovvero una buona regia e una buona fotografia) sono aspetti indipendenti dal budget a disposizione: ci sono telecamere hd da poco più di 100 euro con cui si possono fare delle inquadrature estremamente ricercate. Basta, ovviamente, saperle sfruttare un pochino.

Sono questi aspetti a contare veramente, secondo me. Da parte mia, ho messo tutto il mio impegno per costruire una storia interessante, anche rispetto alla storia di Maschere, che in un certo senso era poco più di un pretesto. Riguardo all'aspetto visivo, per me contano i modelli di riferimento, che sono i grandi maestri del cinema. Ce la metto tutta, speriamo in un buon esito.


Intanto, due nuove foto.







domenica 27 novembre 2011

Sono un (aspirante) regista, non uno scrittore.

Dal titolo del post si possono sviluppare due discorsi, uno più teorico, e uno più pratico.

Partendo dalla teoria, un film è essenzialmente una narrazione per immagini, siamo d'accordo no? È una definizione che contiene tutti gli elementi fondamentali del cinema: soggetto e sceneggiatura, regia, fotografia, montaggio. Poi certo c'è tutto il resto: in primis chiaramente gli attori e la recitazione, poi la colonna sonora, il sonoro, etc.

Ci sono alcuni registi, come Bergman o Tarkovskij, che curavano personalmente la sceneggiatura. Altri, come Coppola e Scorsese, hanno lavorato e lavorano su sceneggiature altrui. A mio parere, comunque, il discrimine per decidere se un regista sia una grande autore o meno, non sta nella sua capacità di scrittura, ma nella sua capacità di rappresentazione visiva. E ci mancherebbe altro, visto che non stiamo parlando di letteratura.

Questo in teoria. In pratica, per un cineasta amatoriale come il sottoscritto, le cose possono farsi complicate. Diciamo che chiaramente ho riflettuto molto sul soggetto de "Il capro espiatorio", ma non sono stato troppo a sbattermi la testa sulla sceneggiatura. Che certo è fondamentale, ma vale sostanzialmente come partitura musicale: è una annotazione sul da farsi, nulla di più. Non voglio dilettarmi nelle sceneggiature, voglio dilettarmi nella regia (e nella fotografia e nel montaggio).

Ma come fotografare in modo interessante una cittadina come Lugano? Qui i grandi maestri, aiutati da altrettanto grandi direttori della fotografia, insegnano. Si cercano condizioni luminose interessanti, tipo le prime ore del mattino o della sera; ovviamente, si cercano delle inquadrature ben composte. Concretamente, questo vuol dire magari alzarsi presto al mattino e stare in giro delle ore per magari 1 minuto di ripresa. Che è esattamente quello che ho fatto oggi. Diciamocelo, è uno sbattimento, che mi sobbarco solo perché sono motivato dalla passione.

Ma intanto qualche bella inquadratura è venuta fuori, come questi due frame.






lunedì 21 novembre 2011

Ci stiamo un po' allargando: il secondo trailer!







Uno poi ci prende la mano, e pensa di essere veramente un cineasta... ed ecco il secondo trailer! ;-)

Come avevo già detto, il primo trailer aveva solo lo scopo di comunicare: "il progetto non è del tutto irrealizzabile".

Questo secondo trailer, invece, vuole stuzzicare un po' di più, e generare curiosità. Soprattutto, contiene già qualche indizio sulla struttura del corto e sullo stile fotografico.

Riguardo alla struttura, il "noi" che si legge nel terzo "cartello" scritto non è casuale.


Buona visione!

giovedì 17 novembre 2011

Il progetto si può fare: il primo trailer di "Il capro espiatorio"








Nel post precedente vi ho parlato brevemente di come è nata l'idea di fare un cortometraggio sul tema della peste, e di come il progetto si sia trasformato dopo la lettura del saggio di Girard (che mi è piaciuto così tanto da mantenere il titolo per il mio corto).

Ma spesso passare dalle idee ai fatti è complicato. Infatti, le reazioni generali alla proposta di collaborazione del corto sono state: "mi sembra un progetto difficile da realizzare". Lo scetticismo è comprensibile, ma confesso che crea una certa frustrazione.

Per questo motivo, un po' di tempo fa ho deciso di montare questo trailer, con lo scopo di mostrare qualcosa di "tangibile".

È stato pubblicato sia sul forum del sito badtaste.it, sia su facebook,  e devo dire che i responsi sono stati molto positivi. Il trailer in sé ha atmosfere evocative, ma in realtà c'è davvero poca roba. Come ho scritto prima, doveva solo avere lo scopo di mostrare che si può fare qualcosa di concreto anche con un soggetto particolare.

Non è quindi un caso che nel titolo del post ci sia scritto "il primo trailer". Sto lavorando in questi giorni ad un secondo trailer, più ragionato nel montaggio, con qualche immagine in più e con una struttura che rimanda (a grandi linee) alla struttura del prodotto finale. Molto probabilmente sarà online la settimana prossima, ma comunque mi prendo il tempo necessario.

Intanto, una nuova foto.



martedì 15 novembre 2011

All'inizio c'era "La peste"





Da quando ho letto "La peste" di Albert Camus, ho sempre avuto questa idea di sceglierne delle parti per fare un cortometraggio. Mi è sempre piaciuto l'assunto base del romanzo, ossia usare l'epidemia come "pretesto" per scrivere un romanzo esistenzialista.

Così, ormai anni fa, ho scritto una sceneggiatura che poi non ho potuto realizzare causa assenza di persone disposte a partecipare, e alla fine ho abbandonato il progetto (poi è venuto "Maschere").

Quest'anno ho letto un saggio di antropologia, "Il capro espiatorio" di René Girard. Un saggio molto interessante, che analizza il ruolo socialmente unificante del capro espiatorio nelle religioni pagane e mostra come il cristianesimo ribalti questo ruolo. Al di là delle tesi, mi ha affascinato vedere come la violenza sul capro espiatorio sia quasi un universale antropologico.

Così, mi è venuta l'idea: perché non "fondere" il saggio con il romanzo di Camus? Il corto non diventa più una trasposizione (più o meno) fedele del romanzo, ma un progetto autonomo, che racconta come in una società moderna possano ripresentarsi tratti antropologici antichi (in questo caso, appunto, il sacrificio di un capro espiatorio) in situazioni di emergenza (la peste).

Così ho scritto un'altra sceneggiatura, che non era soddisfacente per tanti motivi. E il progetto è stato ripensato da cima a fondo, fino a prendere la forma attuale. Che sarà argomento di un altro post ;-)

lunedì 14 novembre 2011

Maschere - Ovvero, come il mio narcisismo ha prodotto un primo, sgangherato corto.

http://www.youtube.com/watch?v=roaN8b6X0oI


Ed ecco il mio primo cortometraggio. Tagliamo la testa al toro: ha un sacco di difetti. È stato montato con movie maker, e si vede. La sceneggiatura è un po' troppo schematica, e pazienza. E poi, ha questa particolarità: è stato fatto con 4 barbie... Se non si trovano gli attori, in qualche modo bisogna arrangiarsi!

Però è stato anche la mia iniziazione, quindi non lo rinnego. Anche James Cameron ha esordito con Piraña paura...

Va bene, una presentazione...

Benvenuti a questo blog. Che è stato creato almeno per due motivi. Assecondare la mia passione per il cinema e per la realizzazione di prodotti cinematografici. E poi, sì, per pubblicizzare i miei prodotti.

Il cinema è una mia passione, quindi non lo considero un'occasione per guadagnare (anche perché non sono così immodesto). Però mi sembra anche giusto sfruttare le possibilità della rete per fare visionare i miei prodotti a un pubblico più vasto di parenti ed amici. Ed ecco spiegato il perché del blog.

Avendo degli amici a loro volta cineasti, ho chiesto qualche consiglio. E ho deciso di fare così. Qui troverete un mio lavoro già terminato e un altro lavoro in fase di realizzazione. Per quest'ultimo, scriverò una sorta di "diario di produzione", partendo dallo spiegare l'impostazione del corto, fino a raccontare concretamente le fasi di ripresa.

Probabilmente qualche volta scriverò anche di altro, soprattutto delle novità cinematografiche. Ma sicuramente non scriverò di me. Questo non è un luogo di autoanalisi esistenziale.

Buona navigazione!